Gratitudine

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Gratitudine è conquistare la propria libertà insieme a un altro. Foto di Hugo Menvi

La sessantottesima parola buona è GRATITUDINE.

Lui é un sedicenne brillante e ambizioso, abituato a fare il PR in discoteca: porta clienti e riceve qualche vantaggio economico.

Lo scorso sabato è rimasto stupito di se stesso. Ha notato due amici che, in evidente difficoltà a pagare, si erano fermati fuori dalla discoteca; dentro il locale, poi, ha notato due ragazze col bicchiere vuoto perché non avevano soldi per chiedere da bere.

La sua famiglia ha grandi disponibilità; lui, per non turbare gli altri, ha finto di aver trovato per terra alcune banconote e ha raccontato che si sentiva in imbarazzo a tenere i soldi per sé, preferendo dividerli. Ha pagato gli ingressi e le consumazioni a chi ne aveva bisogno ed è anche avanzato un gruzzoletto che ha regalato a un uomo che domandava l’elemosina nel parcheggio.

Ha scoperto che il volto riconoscente di chi viene liberato da un peso, sorride con te per la libertà conquistata insieme. Un gesto bello e creativo fa del bene a 360 gradi, aiutando tanto chi riceve tanto chi da.

La nuova parola buona é GRATITUDINE.

Favorire una soluzione valida per gli altri crea una misura di felicità e riconoscenza che non dev’essere per forza in contrasto con la gioia che si prova per sé.



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Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.