Allegria

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Una mente aperta alle soluzioni più improbabili, sa convertire la tensione in gioia.
Foto di Samrat Khadka

La novantesima parola buona è ALLEGRIA.

Leggiamo la parola allegria e all’istante risuona nella mente la voce di Mike Bongiorno che apriva le trasmissioni con il caratteristico saluto « Amici ascoltatori, Allegria! ». Il SuperMike nazionale ha rapito il cuore di intere generazioni sintonizzate sulla TV pubblica prima e su quella commerciale poi.

Tutti conoscevano quel nomignolo, contrazione del nome esteso iscritto all’anagrafe di New York esattamente 100 anni fa, Michael Nicholas Salvatore Bongiorno. Una vita di ripartenze come, per esempio, quella a 6 anni quando si allontanò dagli States muovendosi alla volta di Torino, lasciando alle spalle la crisi economica del 29 e la separazione dei suoi genitori. Un altro esempio, la partenza come staffetta partigiana sulle Alpi, che gli aveva fatto sospendere gli studi e rischiare la vita mettendosi dalla parte della nostra democrazia.

Anche nella professione giornalistica e di conduttore Tv non mancarono momenti in cui finì in un cul-de-sac. Per lui, con le sue proverbiali gaffe, meglio scrivere: si trovò alle corde. Come ne uscì? Scoprendo il valore catartico del grido « Allegria! ». Accadde la volta in cui giunse nel mezzo di una riunione di redazione dove, per il malcontento diffuso, molti collaboratori stavano minacciando di andarsene e lui, candido candido, entusiasta per i brillanti risultati degli ascolti, se ne uscì con l’esclamazione « Allegria ! ».

Credo che per un’intera vita sia rimasto straordinariamente in contatto con quel sé bambino che, al di là dall’Oceano, assaporava con gusto la rotondità del nome del nonno, Michelangelo. E che abbia mantenuto un perenne legame con quell’animo vivo che, solo ventenne, gli aveva permesso di fare peripezie comunicative nel carcere di San Vittore e nei campi di concentramento in Germania. Così, sfruttando l’effetto sorpresa, la parola allegria è divenuta la sua firma.« “Allegria!” – disse una volta – nacque in quelle classiche situazioni in cui uno dice una cosa talmente inopportuna in un momento di grande tensione, che l’assurdità della cosa smorza la tensione e capovolge la situazione, e con un effetto terapeutico riesce a far ridere tutti… in quel caso riportando magicamente la serenità in teatro ».

Oggi, noi di #ParoleBuone, contagiati dall’epopea dell’uomo che sciava come niente fosse ma con tre chiodi nel femore, del padre di tutti i moderni game-show ma con la busta uno, due, treee, decidiamo di omaggiare il suo spirito resiliente augurando al Re dei quiz altri 100 anni di gloriosa « Allegria! ».

La nuova parola buona è ALLEGRIA.

Una mente aperta alle soluzioni più improbabili, sa convertire la tensione in gioia.



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Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.