Ciao

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Le espressioni più semplici animano il lessico fondamentale della nostra umanità. Foto di Sergio Astori

L’ottantaduesima parola buona è CIAO.

Un carissimo amico e collega vive e lavora a Londra. L’ho incontrato mentre era di passaggio a Milano e, di fronte a un risotto allo zafferano, mi ha chiesto a bruciapelo: “Se questo è un progetto inclusivo, perché non ricordare tra le parole buone anche i termini della nostra lingua che tutti gli stranieri conoscono”.

In effetti, alcune parole della lingua italiana sono utilizzate anche da chi, di solito, assapora altre musicalità. Ho scelto « Ciao ».

Ciao è voce dell’incontro, del viaggio, delle partenze e degli arrivi.

Ciao è la manina di un bimbo che si apre e si chiude, sono le braccia sventolate che portano lontano un saluto.

Ciao è un codice, un passe-partout che apre la porta degli affetti, facendo superare le barriere razionali.

Ciao è un contagio molto democratico, perché funziona sia come invito sia come risposta.

Ciao è un rumore del cuore perché lo usa a denti stretti lascia intendere « Stop! » e non « Vieni! ».

Eccola la parola buona internazionale, con quattro lettere sature di vocali. Senza neppure accorgercene, il tricolore colora il mondo ogni volta che ripetiamo « Ciao ». Perché « Ciao » è una bandiera amichevole, riconoscibile e confidente.

La nuova parola buona è Ciao.

Le espressioni più semplici animano il lessico fondamentale della nostra umanità.



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Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.