Meraviglia

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Sognare il mondo attraverso la creatività e il senso di meraviglia.
Foto di Ilaria Sabbatini per #ParoleBuone.

La nona parola buona della settimana è MERAVIGLIA.

In un tempo inquieto come il nostro, non ci meraviglia più nulla e si smania perché tutto sia chiaro all’istante, si rimugina su quel che verrà, ci si affida a chi vuol vendere soluzioni già pronte.
Proprio quando si solleva un pugno di sabbia di mare, ci si accorge che è costituito da un puzzle di quarzi, conchiglie e coralli. Vi racconto di un giovane che allo stesso modo ha preso in mano se stesso. Aveva una sofferenza cerebrale dalla nascita, di cui si erano accorti un po’ tardi. Sembrava che appartenesse ad un mondo di creature fantastiche. Si metteva a urlare quando era accesa l’aria condizionata, sostava di continuo nei bar per domandare un bicchier d’acqua. Veniva agli incontri terapeutici con un quotidiano distribuito alle fermate della metropolitana. Scorreva cauto l’elenco delle temperature, minime e massime, della rubrica dedicata alle previsioni del tempo. Si sventolava con il giornale quando lo sguardo incrociava il nome di una località calda. Invece, si abbracciava da solo scorgendo i numeri sotto lo zero.
Un giorno sbatté arrabbiato i fogli stampati sulla scrivania. Vicino al nome di una città, nella colonna delle temperature massime, si leggeva un numero più basso di quello riportato nella colonna delle temperature minime. Appena spiegato che si trattava di un errore tipografico, infilò la porta dello studio medico e corse in sala d’attesa, dai suoi genitori, per abbracciarli. Aveva compreso di non essere uno sbaglio e che le sue sensazioni non erano errate senza rimedio. Fino a quel momento si era creduto un fastidio per gli altri, un essere oscuro, un mostro indecifrabile. Da allora, ha potuto desiderare un refrigerio senza temere di morire di freddo e ha pensato di lasciarsi accarezzare dal sole senza l’angoscia di restare scottato.

La parola buona della settimana è Meraviglia. Fermarsi alle apparenze, conferma ciò che si sa. Un’attenzione meravigliata ai particolari che rendono unica ogni storia umana, fa tornare protagonista chi non si sente partecipe della propria vita.


[Testo in scrittura ETR – Easy To Read, “facile da leggere”- a cura del team ETR della Cooperativa AccaparlanteAssociazione “Centro Documentazione Handicap”]

Video in Lingua dei Segni Italiana (LIS)

[Video traduzione in Lingua dei Segni Italiana (LIS) a cura di Marilena Lionetti, dottoressa in Psicologia clinica e Interprete LIS]

[Sottotitoli a cura di Vera Arma, CulturAbile Onlus]

[Montaggio a cura di Marcantonio Lunardi]

[Un grazie particolare alla Fondazione Pio Istituto dei Sordi di Milano per l’importante sostegno al progetto #ParoleBuone]


Pillole audio di Sergio Astori


Testo in simboli CAA

[Versione in simboli a cura di Antonio Bianchi, Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello, secondo il modello definito dal Centro Studi inbook]

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Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.