Pace

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La pace resta sempre uno dei più bei sorrisi dell’umanità. Foto di Geronimo-Giqueaux

La cinquantacinquesesima parola buona è PACE.

Quanto abbiamo bisogno di Pace! Di una pace che arrivi luminosa per restituire respiro dopo quasi due anni in cui si parla quasi solo di morte. 

Con la guerra a pochi chilometri dai confini dell’Unione Europea, la paura é tornata a tingere di buio il cuore delle persone. 

“Pace, tregua, riposo”: ecco ciò che invocano le coscienze colpite dalle immagini crude e violente. 

La pace nuovamente perduta in questi giorni in Occidente dimostra impietosamente che gli uomini e popoli sono in grado di minacciare se stessi oltre ogni ragionevole senso. 

Si dice di volere tranquillità, amore, misericordia, perdono, e intanto si continua a seminare il veleno della prepotenza, della discordia, della sopraffazione.

Sembra proprio che non siamo stati in grado di apprendre da millenni di esperienze, per di più essendo oramai giunti alla soglia di una potenziale distruzione di tutto il creato. 

La pace fatichiamo a cercarla, non sappiamo trovarla. Qualcuno penserà che questo discorso non vale per se stesso, che, se fosse per lui, se ne starebbe in santa pace. Il fatto é che la pace non cresce da sé, non fiorisce nell’indifferenza, deve essere costantemente invocata, seminata e coltivata. La pace é uno dei sorrisi più  grandi dell’umanità e non funziona se è un sorriso recitato. 

La pace si conquista come ci hanno insegnato i leader che  si sono battuti secondo i principi della lotta non violenta, come ad esempio Ghandi o Martin Luther King.

Si costruisce rimanendo saldi tessitori di riconciliazione e mantenendo in campo, con la propria presenza personale, emotiva e morale, parole di giustizia.

In concreto, la forza non violenta consiste nello stimolare voci positive nel campo avversario, voci che si oppongono alla continuazione dei propri atti violenti. Occorre ascoltare e amplificare le voci dissidenti che nel campo degli oppressori gridano: « Loro sono nel giusto! Siamo noi i cattivi ».

Per coerenza, il campo della resistenza deve evitare atti deliberatamente offensivi, che giustificherebbero la parte dominante nel proseguire la sua oppressione. 

La nuova parola buona é PACE.

Un mondo luminoso ci sarà per chi, oltre ad essere disponibile, amorevole e accogliente, sarà rimasto anche saggio e forte.


Pillole audio di Sergio Astori


Testo in simboli CAA

[Versione in simboli a cura di Antonio Bianchi, Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello, secondo il modello definito dal Centro Studi inbook]


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Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.