Scelta

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Dimostra coraggio chi sa darsi uno “stop” perché tutti proseguano in sicurezza.
Foto di Wolfgang Rottman.

La trentunesima parola buona è SCELTA


Mai le nostre vite si sono misurate con tanti obblighi e restrizioni come negli ultimi dodici mesi. Un senso di lutto colpisce anche chi non ha perso i propri cari o gli amici. Il pensiero di molti adulti é fermo alla nostalgia delle attività cessate, dei viaggi non più realizzabili, delle occasioni di incontro perdute. Gli adolescenti rimpiangono la normalità delle lezioni e delle gite scolastiche, delle attività in oratorio, dello sport e delle vacanze. Gli anziani risparmiati dal Covid temono di non tornare più liberi. C’è qualcuno che ancora sostiene l’inesistenza del Virus, e, ancor peggio, altri iniziano a strumentalizzare la pandemia per evitare di impegnarsi. Alla sciocca affermazione «Non c’é il virus » si aggiunge la banale scusa « Ma c’è il Covid ».

Per fortuna, una solida cerchia di persone continua a prendere delle decisioni, anche dolorose, per orientare con coraggio il proprio destino. Per esempio, nei giorni scorsi due amiche hanno compiuto scelte dettate da una profonda onestà interiore. In un caso, un’amica annullava una cerimonia fissata da lungo tempo con le parole: « Non possiamo permetterci che i nostri amici abbiano delle ricadute sulla loro vita per partecipare alla nostra festa ». In contemporanea, un’altra amica avvisava sui social dei funerali del padre e raccomandava: « La curva dei contagi sta salendo in modo preoccupante, non state a rischiare la vostra salute per venire, vorrei abbracciarvi tutti, é come che l’abbia fatto ». Entrambe le donne hanno mostrato che la via della responsabilità è sempre aperta e percorribile. Non si sono giustificate chiamando in causa le norme anti-Covid. Hanno detto chiaramente che in ogni caso esiste una scelta possibile. Se si legge tra le righe, hanno rivelato anche che un vero amico tutela la possibilità degli altri di poter scegliere con consapevolezza.


La nuova parola buona è Scelta.


Non vogliamo rimanere spettatori dalla vita e per questo assumiamo la responsabilità delle nostre scelte anche quando la realtà é difficile o dolorosa.


Testo in simboli CAA

[Versione in simboli a cura di Antonio Bianchi, Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello, secondo il modello definito dal Centro Studi inbook]

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Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.