Condivisione

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Caffè versato da una moka, per essere condiviso con dolcezza con un ospite.
Foto di Ilaria Sabbatini per #ParoleBuone.

La sesta parola buona è CONDIVISIONE.

È un tempo in cui numerose persone provano ciò che altri hanno sofferto per una vita: l’isolamento, la solitudine, l’incertezza, l’instabilità lavorativa, gli esiti di un’ansia cronica e dell’immobilità del corpo. La signora Albi, per esempio, narra in rete di una gara di cucina che è stata disputata come attività di cura in una residenza terapeutica. Spiega: «Questa “prova del cuoco” mi sta dimostrando che trasformare un campo di guerra (interiore) in un campo giochi è una medicina straordinaria: la condivisione gioiosa!». La formula segreta viene confidata perché non sia smarrita e, insieme, è suggerita a chi, come scrive la signora, si pensa come una persona “sana” e, al momento, sembra avere meno soluzioni di lei.


Il suo racconto ha risvegliato un ricordo agrodolce. Golfo di Guinea, 25 anni fa, i ribelli integralisti intendevano trasformare i campus studenteschi in sedi di resistenza al governo. Di notte, gli studenti bruciavano i copertoni per impedire alla polizia militare di fare irruzione. Il menù dei missionari lì vicino, prevedeva fumo acre e il timore di finire sotto i colpi di machete, com’era già accaduto ad altri religiosi. Inaspettato comparve un altro missionario, una faccia da cinema dalla barba e dai capelli lunghi. Per offrire ascolto e compagnia, aveva attraversato il cuore dell’Africa. Da novizio, al suo nome, Renato, aveva aggiunto anche quello di un martire ugandese, Kizito. Incise con cura un mango che teneva sotto la giacca scura, preparando un boccone di polpa succosa addentabile senza che le labbra sfiorassero la buccia, più amara. Ripeté la preparazione per tutti, compresi i due febbricitanti nelle loro stanze per la malaria.


I gesti della signora Albi e di padre Kizito ci destano ad una maggiore consapevolezza quando consegnamo qualcosa a qualcuno: si dice, condivido un contatto, condivido un post, condivido un’immagine, condivido un’informazione…

La parola buona della settimana è Condivisione.

Mettere in comune ciò che è davvero prezioso per noi, d’un tratto sprigiona il profumo maturo di un pensiero liberato dall’asfissia di esistere solo per se stessi, ed esplode la soddisfazione.


[Testo in scrittura ETR – Easy To Read, “facile da leggere”- a cura del team ETR della Cooperativa AccaparlanteAssociazione “Centro Documentazione Handicap”]

Video in Lingua dei Segni Italiana (LIS)

[Video traduzione in Lingua dei Segni Italiana (LIS) a cura di Marilena Lionetti, dottoressa in Psicologia clinica e Interprete LIS]

[Sottotitoli a cura di Vera Arma, CulturAbile Onlus]

[Montaggio a cura di Marcantonio Lunardi]

[Un grazie particolare alla Fondazione Pio Istituto dei Sordi di Milano per l’importante sostegno al progetto #ParoleBuone]


Pillole audio di Sergio Astori


Testo in simboli CAA

[Versione in simboli a cura di Antonio Bianchi, Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello, secondo il modello definito dal Centro Studi inbook]

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Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.