Umorismo

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Un’atmosfera casalinga in cui circolano vecchie e nuove comunicazioni

La trentaseiesima parola buona é UMORISMO.


Da oltre un anno tutte le Parole Buone sono rilanciate da Share Radio. Lì Paolo Diliberto,

Donatella Fidanza e Nicola Mogno e altri amici milanesi come Marco Rufus Rucco, guidano la trasmissione Onda Diurna. Dai Centri Diurni dove si riuniscono i gruppi di ascolto delle persone con disturbi mentali e dalle loro case, gli ascoltatori condividono le risonanze emotive e i pensieri sollecitati dalle “Pillole di resilienza”.  

Lo stile arguto e leggero della trasmissione nata per accompagnare le persone nel tempo della crisi, dimostra che mantenere uno spirito leggero malgrado tutto, è una risorsa decisiva per rimanere attivi e liberi. Rallegra il cuore sentire mescolate le note della serietà e dell’ironia.

L’umorismo più sottile s’accende inaspettato, come quando scoppia la risata improvvisa di un bimbo. L’umorismo fa affrontare le situazioni in un modo divergente, così da non essere sopraffatti dall’intensità emotiva del momento. Mentre ci divertiamo, senza saperlo, poniamo una nota affettiva al margine di un’esperienza che un dì rileggeremo. La  sottolineatura interiore ha la stessa forma di un bel sorriso. Come è accaduto qualche giorno fa. Immaginate la nonna che si sta impratichendo con il nuovo smartphone.

Ecco le prime prove, il familiarizzarsi con la tecnologia  e le possibili videochiamate. Anche il nonno osserva incuriosito lo strumento che irrompe in cucina, una delle stanze che sono diventate il suo mondo: dal suo confinamento assiste ai fatti attraverso i notiziari, partecipa alla messa, vede qualche film in TV.

Viene poi il momento delle videochiamate a figlie e nipoti e anche il nonno prende in mano il telefonino, guarda entusiasta, riconosce i volti nel piccolo schermo. Lancia uno sguardo affettuoso alla moglie mentre lei, riferendosi al vecchio telefono, domanda che cosa se ne debba fare. È vecchio e irrecuperabile, c’è solo da disfarsene. Il nonno afferra d’improvviso il telecomando e, tra il consapevole e l’inconsapevole, fa la sua battuta: « Adesso possiamo buttare anche questo ».

Il nuovo prodigioso dispositivo può fare di tutto, può far vedere e ascoltare le persone come fossero in televisione. Certo non cambierà i canali della tv, ma, in cuor suo, il nonno sa già che lo spettacolo delle videochiamate sarà d’ora in poi il programma più atteso e la migliore compagnia per un saluto della buona notte.  Prendendo il momento meno sul serio di tutti, il nonno ha aggiunto una nota di leggerezza alla serata.

La nuova parola buona è Umorismo.


Quando ci lasciamo sorprendere con il sorriso dalle esperienze  inedite e impreviste, i momenti significativi della vita si tingono dei colori di una sana allegria.


Testo in simboli CAA

[Versione in simboli a cura di Antonio Bianchi, Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello, secondo il modello definito dal Centro Studi inbook]


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Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.